Intervista alla dottoressa Meg Meeker
Di Carrie Gress
ROMA, mercoledì, 9 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Il comportamento del padre nei confronti della figlia costituisce un elemento determinante per il suo benessere, per il resto della sua vita di relazione con gli uomini, secondo la dottoressa Meg Meeker, esperta in salute degli adolescenti.
La Meeker, pediatra nonché tutor per i giovani, è autrice del libro “Strong Fathers, Strong Daughters: 10 Secrets Every Father Should Know,” edito da Regnery Publishing. Il libro sottolinea che il fondamentale rapporto fra una ragazza e il padre può influire su ogni aspetto della sua futura vita.
In questa intervista rilasciata a ZENIT, la Meeker, autrice anche di “Epidemic: How Teen Sex Is Killing Our Kids”, parla del ruolo determinante che il padre esercita nella vita di una figlia.
Il padre è il migliore alleato di una figlia. Questa sembra essere la tesi di fondo del suo libro. Mentre molti studi affermano che sono i genitori la chiave per la felicità dei figli, qual è il contributo specifico che un padre può dare rispetto alla madre, soprattutto nel suo rapporto con Dio?
Meeker: Uno dei motivi per cui ho voluto trattare direttamente questo argomento è che, oggi, l’idea che il padre sia il miglior alleato della figlia, non solo è trascurata, ma è esplicitamente rifiutata. Se si guardano le tipiche “sitcom”, il padre viene raffigurato come una persona comica e piuttosto stupida, che ha tutto da imparare dalla figlia.
La ricerca dimostra invece che l’atteggiamento del padre determina il grado di autostima della figlia e l’aiuta ad evitare problemi di sesso, droga, alcol e scarso rendimento scolastico. Ciò che è proprio della figura paterna, agli occhi della figlia, è l’elemento dell’autorità. Questa autorevolezza non è attribuita alla madre; non che essa non sia importante, ma l’influenza del padre è diversa.
Quando la figlia è piccola, il padre rappresenta il suo principale rapporto affettivo. Dal comportamento del padre, la figlia acquisisce elementi conoscitivi sull’uomo, costruisce la sua idea di cosa pensare, sentire e aspettarsi dagli uomini, che le rimarrà per il futuro e riguarderà persino il suo rapporto con Dio, perché anche Cristo è uomo.
Quali sono le caratteristiche paterne che possono aiutare le figlie nel loro sviluppo?
Meeker: Una delle principali caratteristiche è il senso di protezione. In un padre è istintivo il fatto di proteggere e custodire la figlia. Tuttavia, la nostra cultura cerca di istruire gli uomini a non farlo, perché il tema dell’eguaglianza di genere è diventata una questione di primo piano.
Il motivo per cui questo è molto importante è perché, soprattutto nel campo della sessualità, il padre ha un’influenza enorme. Le ragazze sono sotto assedio da un marketing sessuale aggressivo, soprattutto nell’abbigliamento, sin dai sei anni in su. Se un padre, nel suo senso protettivo dice: “non voglio che mia figlia vada a scuola con un top sportivo”, dovrebbe far valere la legittimità della sua sensazione, anche a fronte del luogo comune secondo cui “questo è il modo in cui si vestono le ragazze”. Dovrebbe fidarsi delle sue intuizioni.
Un altro motivo è che i padri in generale tendono ad essere molto concreti e orientati alla soluzione, tanto da saper individuare subito il problema e come risolverlo. Talvolta le donne si sentono offese perché la pensano in modo diverso, ma questa diversità è meravigliosa. Un uomo dice: “allora, qual è il problema? Cosa possiamo fare per risolverlo?”. Questo pragmatismo può aiutare molto la figlia nella sua adolescenza.
Per esempio, se la figlia si è lasciata con il suo ragazzo, potrà sentirsi triste, grassa, stupida e costruirsi tutta un’idea nella sua mente. Il padre può farla tornare all’essenziale: “qual è il problema? Cosa possiamo fare per risolverlo? Solo perché ti ha lasciata, non significa che tutto ciò che ti passa per la mente sia vero”.
In ogni caso, la cosa più importante che un padre può fare è vivere una vita integerrima e sincera. Una figlia, nell’arco di 15 secondi è in grado di capire se il padre è di cattivo umore, di buon umore, se sta dicendo la verità o meno, ecc. Quei padri che non vivono in modo sincero rendono un pessimo servizio alle figlie perché queste non gli crederanno, non si fideranno di lui. I papà pensano di doversi conquistare la figura di eroe, ma questo non è vero: agli occhi delle figlie sono già eroi, fino a prova contraria. Molti papà non lo sanno questo.
Una cosa che cerco di fare è aiutare il padre a vedere se stesso attraverso gli occhi della figlia. Se riesce a vedersi come lo vede la figlia, non vi è dubbio che cambierà il suo stile di vita.
Lei afferma che esiste un chiaro collegamento fra il fenomeno depressivo nelle ragazze e il grado di attività sessuale. In che modo l’amore paterno può aiutarle a non soccombere di fronte ad una cultura sessualmente satura?
Meeker: La depressione nelle ragazze deriva da un insieme di lutti non risolti, da dolori non compianti. Questo collegamento è confermato da dati scientifici, anche se nessuno ha studiato la questione in maniera approfondita. Ma ciò che io ho riscontrato è che noi siamo bombardati da una cultura sessualmente satura. L’attività sessuale è dappertutto e le malattie sessualmente trasmesse hanno raggiunto livelli mai visti.
Quando le ragazze si avvicinano alla sessualità, si scatena una forte componente emotiva. La prima volta che hanno un’esperienza sessuale, non importa se orale o completa, esse vivono un lutto. Con l’atto fisico esse perdono qualcosa nel loro cuore, la loro verginità, il rispetto per se stesse. Ma se non prendono coscienza di essersi ferite, che qualcosa in loro è successo, allora vivranno un lutto non compianto, cosa che porta alla depressione.
Un altro fenomeno interessante è che se un giovane o una giovane ha una brutta esperienza sessuale, che non corrisponde alle sue aspettative, penserà subito di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non dirà: “forse non l’avrei dovuto fare”. Così, per corregge il suo “sbaglio”, cercherà di rifarsi con un’altra esperienza, e si avvierà in un circolo vizioso di rapporti disordinati, di rischi per la salute e di danni emotivi.
Paradossalmente, mentre la nostra società cerca oggi di proteggere le ragazze dalle malattie sessualmente trasmesse, le sottopone allo stesso tempo ad un bombardamento sessuale, senza tenere conto di tutti gli aspetti negativi che ciò comporta. Questo, d’altra parte, non succederebbe mai per il tabacco o l’alcol: proteggere i giovani dal rischio di tumore ai polmoni, continuando a pubblicizzare il fumo. Questo problema generalmente non viene colto, perché la libertà sessuale è diventata una sorta di diritto.
Lei sostiene l’importanza di crescere una figlia nell’umiltà, perché guardi al mondo interrogandosi su cosa poter fare per gli altri, anziché come una principessa che vive con un senso del dovuto. Come può questo aiutarla a vivere una vita felice?
Meeker: Uno degli errori più grandi che i genitori compiono nei confronti dei figli è di fraintendere cosa sia la felicità e la gioia per loro. I genitori desiderano che i loro figli siano felici, ma pensano, sbagliando, che la felicità gli derivi dal ricevere cose gradite. Così, i figli ricevono, ricevono, ricevono, ma la felicità non gli arriva, e ci ritroviamo con un’infinità di figli infelici.
Nonostante la nostra ricchezza materiale, i tassi di depressione non sono stati mai così elevati. È evidente che qualcosa non funziona. I genitori sono stati ingannati. Le cose invece funzionano quando insegniamo ai nostri figli il senso del servizio, di guardare oltre se stessi. I ragazzi raggiungono la vera gioia e la vera felicità quando capiscono di avere uno scopo nella vita, una missione da compiere. L’unico modo per portarli a capire questo è insegnargli a guardare oltre se stessi, operando il bene nei confronti degli altri.
Questa è la fonte della vera trasformazione. Ma questo non può avvenire senza l’umiltà, il cui opposto è l’orgoglio. Quando i genitori trasmettono il valore dell’umiltà, i ragazzi capiscono di essere importanti, di essere amati, ma di non essere diversi dagli altri nella loro umanità. Se un ragazzo vuole veramente sentirsi bene con se stesso, potrà farlo nell’umiltà, che unisce, mentre l’orgoglio separa.
Un ragazzo cresciuto senza umiltà cercherà sempre di apparire migliore degli altri, più intelligente degli altri, ma ciò non può che portare ad una “felicità” frustrata, perché nessuno può mai essere il migliore in tutto. Dare veramente la felicità ai giovani, quindi, è dare loro uno scopo di realizzazione attraverso il lavoro, l’impegno e la donazione di sé agli altri.
Nel libro si ripete più volte che il padre dovrebbe fare di tutto per tenere unita la propria famiglia. A questo proposito, cosa possono fare gli uomini per le loro figlie in caso di divorzio o di vedovanza?
Meeker: Anzitutto bisogna riconoscere che come cultura abbiamo fallito nel tentativo di insegnare ai ragazzi il valore di una vita coraggiosa che può anche essere scomoda. Per gli uomini a cui non è stato insegnato a vivere, la società ha fallito nel suo ruolo.
Tutta la letteratura medica, pediatrica e psicologica, pone il divorzio in cima alla lista dei fattori che inducono i figli ad assumere comportamenti ad alto rischio. È un fattore determinante nella salute mentale, emotiva e fisica dei ragazzi. Il mio lavoro è quello di cercare di aiutare i papà a non abbandonare la famiglia e la moglie, almeno finché le figlie non siano cresciute. Più riescono ad aspettare, meglio sarà per loro. Le ragazze hanno bisogno di ogni capacità cognitiva per superare il trauma del divorzio e gli uomini devono fare appello al coraggio per aiutarle.
Un padre che è separato dalla figlia deve cercare di mantenere un legame il più stretto possibile, il che implica bollette telefoniche salate, lettere e ogni modo per farsi largo nella sua vita, in modo delicato ma fermo. Starle vicino nel lungo periodo. Anche se la figlia si tira indietro, lui deve mantenersi responsabile. Se la cosa ti ferisce, lascia perdere, non riguarda te. Non essere permaloso, mantieni l’integrità e fidati di Dio che ti dà la forza per perseverare.
E le mamme arrabbiate devono sapere che la loro decisione di divorziare dal marito si ripercuote sulle figlie, che hanno dei bisogni affettivi e il diritto di rimanere in buoni rapporti con il padre.
Se un padre non si arrende nel suo amore, la figlia alla fine risponderà. La figlia segue la guida del padre se sa di essere amata