Da circa un mese è sceso un inquietante silenzio sulla Terra Santa intesa come luogo della più alta spiritualità al mondo, non solo per noi cristiani, ma per le tre religioni monoteistiche.
Se non fosse per il TG di Terra santa, trasmesso ogni sabato su TV2000, i nostri fratelli di Gerusalemme sono completamente oscurati, e non solo dai media ostili, ma purtroppo anche da quelli cristiani.
Siamo accecati dal battage mediatico sul conflitto Israele-Palestina (non Hamas!) e abbiamo perso di vista che anche noi cristiani cattolici siamo vittime di questa losca guerra, che ha innanzitutto imbavagliato gli spettatori principali (Religiosi di Terra Santa) rinchiudendoli nelle basiliche vuote e senza pellegrini. Forse anche Gesù stesso è stato segregato e costretto alla solitudine!
E’ veramente triste! Pochissime parole di solidarietà, commenti tirati all’osso per paura di ritorsioni israeliane, non un pensiero da condividere. Non una parola pubblica, come se la presenza dei Frati francescani, dei preti ortodossi e altri, fosse virtuale quindi senza bisogno di alcuna attenzione. Chissà se, è lecito pensarlo, nel sionismo estremo di oggi, anche i luoghi Santi del Cristianesimo siano stati mesi nel mirino delle autorità israeliane e tollerati fino ad ora solo per interessi economici.
Il mio pensiero invece è continuamente rivolto ai cari Patriarchi Latini di Terra santa, alla loro sofferenza frutto più di impotenza che di attacchi diretti. A maggior ragione dovremmo sentire la necessità di una esplicita e spirituale mobilitazione per la difesa dei luoghi santi che sono il cuore della nostra identità religiosa.
Mi permetto di aggiungere un tassello allo spirito di Assisi, e perché lo ha già fatto Papa Francesco, affinché la nostra voce di Cattolici si levi alta in difesa del rispetto di quei luoghi cari a tutte e tre le religioni presenti a Gerusalemme e in Terra Santa. In tal senso, come ha detto il Papa, gli attacchi alle moschee al pari della distruzione delle Chiese Cristiane, se i nostri occhi riescono ancora ad alzarsi verso il Cielo, gridano al sacrilegio agli occhi di Dio.
Forse la pace vera passa proprio da qui, allorquando tutti i figli di Abramo, prendendo le distanze dalla bassa e volgare ideologia politico-materialista, riconoscano nel comune DNA spirituale la loro fraternità ontologica e sentano unito il loro destino in una preghiera corale elevata al Dio della Pace.