LETTERA AGLI EBREI 2025

da | Gen 23, 2025 | BLOG

LETTERA AGLI EBREI 2025

da | Gen 23, 2025 | BLOG

Nella situazione Mediorientale continua ad alternarsi una ridda di menzogne, di imprecisioni pilotate, di omissioni colpevoli e asservite all‘ideologia di conquista in cui il mantra della lotta al terrorismo sta perdendo progressivamente la sua credibilità lasciando il posto al dolore, all’indignazione.

Ho già avuto modo di manifestare il mio pensiero di persona libera e pensante che ha sempre rifiutato, e rifiuta, ogni tentativo di truffa ai danni della verità o di aderire a pilateschi equilibrismi.

La verità del 7 Ottobre è incontestabile, tuttavia essendo un fatto temporalmente concluso ne è rimasta solo la narrazione, mentre quello che sta avvenendo a Gaza, e che ora è iniziato  senza alcuna motivazione in Cisgiordania (se non per dare compimento al progetto di conquista di grande parte della Palestina), è una cronaca puntualmente riportata da  tutti i media del mondo che smascherano giornalmente le affermazioni di Netanyahu e del suo entourage “nazista” (nazional-sionista) la cui ferocia è sotto gli occhi di tutti: di chi la subisce, di chi la racconta, di chi la tollera e di chi ne è complice in primis gli USA e alcuni governi europei. Il primo sfacciatamente, il secondo mascherato da buono, gli altri da gregari secondo la logica del politicamente corretto.

Alla vigilia dei giorni in cui la televisione e alcune testate giornalistiche si rincorreranno per dare risalto al dramma deli Ebrei nella Shoah e a cui anche io aderisco con orrore e indignazione, osservando quando accade nei nostri tempi al popolo Palestinese (che non è Hamas!) non posso non fare un accostamento alla Parola del Vangelo di Cristo rivolto alla sua gente per richiamarla al dovere di  restituire la  misericordia ricevuta da Dio Padre stesso che è entrato e continua ad entrare nella storia del suo popolo.

PARABOLA DEL SERVO SPIETATO (Mt 18,21-35)

Allora Pietro avvicinatosi gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Per questo il regno dei cieli è simile ad un re, il quale volle regolare i conti con i suoi servi. Per cominciare, gli fu presentato un debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui di che restituire, il padrone comandò che fosse venduto lui, con la moglie e i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, gettatosi in ginocchio, si prostrò davanti a lui, dicendo. “Sii magnanimo con me e ti restituirò tutto”. Il padrone, impietositosi di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Ma, appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi colleghi che gli doveva cento denari, e afferratolo lo soffocava dicendo: “Rendi ciò che mi devi!”. Allora il collega, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: “Sii magnanimo con me e ti restituirò il debito”. Ma egli non volle, anzi andò e lo fece imprigionare, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, i suoi colleghi si rattristarono profondamente e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone chiamò quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché mi avevi supplicato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo collega come io ho avuto pietà di te?”. E adiratosi, il suo padrone lo consegnò agli aguzzini, finché non gli avesse saldato tutto il debito. Così anche il Padre mio celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

Cosa c’è da aggiungere? Quale esegesi, in cui uno degli obiettivi è di attualizzare la Parola del Signore, può dire di più a noi Cristiani e agli Ebrei di questo tempo? L’ammonimento di Gesù di duemila anni fa è quanto mai attuale, ovviamente prima di tutto nella vita personale di ognuno di noi (credenti e non credenti). Ma poichè Dio guarda alla storia dell’uomo lasciandogli un Messaggio senza tempo, credo proprio che l’Israele di oggi farebbe bene a prendere molto sul serio questo severo ammonimento che il Signore ha lasciato in eredità a tutti, anche a coloro  che non credono che Gesù è il Figlio di Dio, altrimenti se ne assumerà la responsabilità davanti a Dio e davanti agli uomini.