E’ notizia di questi giorni. In Francia il diritto all’aborto è diventata norma costituzionale. Approvata da una larga maggioranza dei deputati e dei Senatori. Non ci sono più discussioni in merito!
Oltre ad essere uno psicoterapeuta, sono anche un Antropologo Prenatale, anzi sono il fondatore dell’Antropologia Prenatale e questo mi dà il diritto-dovere di inorridire in primis e poi di dire la mia.
Per gli studi condotti da me personalmente a partire dal 1981 e quelli raccolti quando fui nominato Presidente della Commissione Internazionale di Bioetica dell’International Society of Pre and Perinatal Psychology and Medicine (ISPPM) nel 1986, nonché per avere insegnato Antropologia Prenatale all’Università di Urbino, ho la massima chiarezza scientifica sulla barbarie omicida francese che sanziona a norma di legge, non più ciò che era una possibilità personale, ma addirittura trasformandolo in un diritto.
Ho la massima certezza che nessuno dei Parlamentari francesi, come quelli italiani del resto, che propugnano la liceità dell’aborto abbia la minima conoscenza di ciò che si muove nel grembo di una donna a partire dal concepimento. Dirò di più, stante l’assenza di segni visibile di maternità nei primi tre mesi (solo l’assenza delle mestruazioni) nessuna donna in stato interessante ha la percezione sensibile della vita che sta crescendo dentro di lei. Questa percezione comincia ad esserci dal 4/5 mese in poi.
Questa ignoranza poteva considerarsi incolpevole 50/60 anni fa quando non essendoci strumentazione idonea ed avanzata, come ora, in grado di ispezionare in vivo le prime fasi dell’evoluzione prenatale del bimbo (si badi che non lo chiamo feto!!!). Oggi nessuno può dire non lo sapevo.
Quindi il livello di responsabilità si è innalzato in senso esponenziale. Ciò che ha guidato e guida ancora legislatori, medici e utenti non si basa su una verità scientifica, bensì solo la visione ideologica della vita intrauterina che il mondo adulto applica un modello interpretativo dal quale evince chi ha il diritto di vivere e chi no.
La non dignità alla vita sin dal suo concepimento è quanto di più barbaro possa essere propugnato in questo millennio, ancor più che se codificata da una norma giuridica. Mi chiedo come si fa a non ritornare con la memoria all’aberrante ideologia nazista che ha consentito ad un medico mostro, il tristemente famoso dottor Mengele capace di esperimenti effettuati con procedure disumane su soggetti vivi, la maggior parte bambini, solo per il fatto che, essendo ebrei, venivano considerati subumani.
Nella mia visione antropologica che si eleva al più alto concetto di creaturalità non posso che aborrire questa visione narcisistica e onnipotente della vita. Una nuova “Rupe tarpea” che, con la complicità della gestante, trasformare una sedia gestatoria in una tragica fase di passeggio dal microcosmo materno alla “spazzatura”.
Sono convinto che se oggi io pubblicassi quanto sto riportando sul mio Blog sarei perseguibile a norma di legge. Ben venga anche un’aula di tribunale, sono pronto a svergognare scientificamente i redattori della legge e coloro che la supportano.
Sono perfettamente consapevole che l’interruzione volontaria di gravidanza c’è sempre stata, e in moltissimi casi è stato un evento drammatico e tragico per le donne che sono ricorse ad essa per vari motivi. Essa ha lasciato gravi ferite che come psicoterapeuta ho potuto toccare con mano. Tuttavia non credo che l’esperienza dell’aborto possa essere meno dolorosa solo per il fatto di essere lecita.
Infine preciso che questo mio scritto non è una accusa a chi per fragilità o necessità ha fatto ricorso a questa possibilità legale, ma verso l’ideologia che la sostiene, ideologia di morte che attinge allo smisurato narcisismo collettivo del nostro tempo conducendolo fino al delirio di onnipotenza.