Una riflessione per la Terza Settimana di Avvento
Don Giuseppe Nardozza
La liturgia di questa domenica, la terza di Avvento, ci invita a riflettere sulla necessità di rendere Cristo presente nella nostra storia perché questo mondo così travagliato dall’angosciosa esperienza del peccato, possa gustare la pace e la gioia del Regno di Dio.
Gli uomini del nostro tempo affannati nella ricerca del piacere, impegnati ad accumulare ricchezza e potere sentono in fondo al cuore la nausea di una vita priva di senso ed una profonda nostalgia della pace, della serenità e solidarietà reciproca propria della famiglia dei figli di Dio.
Gli uomini del nostro tempo hanno bisogno di Cristo perché Egli, asceso al cielo, non cammina più fisicamente sulle nostre strade, non entra nelle nostre case, non guarisce i nostri malati, non consola coloro che tra di noi piangono.
No, fratelli Dio non si è ritratto dalla nostra storia. Cristo é ancora la pietra angolare sulla quale é stata edificata la Chiesa. Noi, oggi qui convocati alla Mensa della sua Parola, siamo la sua Chiesa. E in quanto Chiesa siamo costituiti Sacerdoti, e in quanto sacerdoti abbiamo il compito di portare Cristo nel mondo.
Cristo, secondo una bella immagine di Sant’Agostino, ha bisogno della nostra voce perché la sua Parola, sempre feconda di vita, giunga al mondo mortificato dal peccato. Cristo ha bisogno delle nostre gambe per andare incontro all’uomo di oggi zoppo, cieco, ferito dai ladroni. Cristo ha bisogno delle nostre braccia per stringere al suo Cuore i nuovi lebbrosi, corpi deturpati dal peccato che si aggirano per le strade del mondo e le ammorbano con il fetore della corruzione e della morte.
Allora fratelli nel Sacerdozio consacrato, Fratelli e sorelle associati al compito sacerdotale in forza del Battesimo, ravviviamo la nostra fede in Gesù Cristo.
Era scritto nel piano provvidenziale di Dio Che Cristo si sarebbe immolato come vittima sacrificale per la nostra salvezza; che si sarebbe incarnato per opera dello Spirito Santo, nel seno di una Vergine fecondata dall’Amore di Dio, sarebbe stato crocifisso, sarebbe risorto per dare a tutti coloro che hanno fede in lui la certezza della Resurrezione e della Vita.
Era scritto nel piano provvidenziale di Dio che Cristo prima di ritornare al Padre avrebbe istituito la Chiesa perché, come madre premurosa, nutrisse con il Corpo e con il Sangue di Cristo i suoi figli e li avrebbe accompagnati sulla via della salvezza.
Prepariamoci allora, in questo tempo di Avvento, a celebrare il Santo Natale, alla scuola di Giovanni Battista, che ci invita a fare il deserto nelle nostre coscienze a ripulire la nostra anima dalle insane passioni della terra. Facciamo spazio a Cristo che viene, prepariamoci ad accoglierlo con un autentico cammino di conversione perché abbiamo il compito, in quanto Chiesa, in forza del nostro Sacerdozio, di farci ostensorii di Cristo perché il mondo creda in Lui e da Lui abbia a gustare la pace e la vera gioia dei Figli di Dio.
Consentitemi Fratelli nel Sacerdozio Ordinato, Fratelli e Sorelle nel Sacerdozio Battesimale, una breve riflessione che ci aiuti a comprendere gli elementi costitutivi del nostro Sacerdozio per viverlo in pienezza. In primo luogo dobbiamo comprendere che non abbiamo bisogno di una valigetta 24 ore. Per portare Cristo agli uomini del nostro tempo, non basta un opuscolo divulgativo e nemmeno un ostensorio prezioso di ori e di diamanti. Dobbiamo invece rivestirci di Lui perché chi cerca Cristo lo riconosca nel nostro volto.
Non importa se il nostro volto é segnato dalla fatica, dalla sofferenza. Il nostro Sacerdozio sarà più autentico se il nostro fratello riconoscerà sul nostro corpo le piaghe, la fatica, il sangue e comprenderà che che abbiamo vissuto e condiviso con Cristo la via della Croce.
Non importa se nel nostro curriculum vitae il nostro fratello potrà trovare tracce delle nostre debolezze, egli vedendo le ginocchia sbucciate per le nostre cadute, avrà una prova tangibile dell’Amore Misericordioso di Dio. Egli infatti ci ama nonostante tutto e, mentre ci incoraggia a proseguire la faticosa ascesa al Calvario, ci promette la gioia della Sua e nostra Resurrezione.
E quando saremo saliti con Cristo sulla Croce allora Egli userà l’asse orizzontale come tavolo dove imbandire la Cena e ci offrirà il suo Corpo e il suo Sangue per saziare definitivamente la nostra fame e la nostra sete.
Prima però vorrà lavare i nostri piedi per rinfrancare la nostra stanchezza e darci un ulteriore segno della profondità e della gratuità del suo amore, ci costituirà suoi sacerdoti e in quanto tali ci inviterà a lavare i piedi ai nostri fratelli.
Fratelli non dobbiamo scoraggiarci per la nostra debolezza.
In questo periodo di Avvento la Chiesa ci propone l’immagine di Maria che porta nel suo seno il bambino Gesù, l’immagine più bella della spiritualità Sacerdotale. Maria l’immacolata, la tutta pura, dopo aver seguito Cristo sulla via della Croce si propone alla nostra devozione ed alla nostra preghiera come corredentrice dell’umanità, ha ricevuto lo Spirito Santo nel Cenacolo, ed é stata costituita Regina degli apostoli, e tenerissima Madre della Chiesa, e di ciascuno di noi che con fiducia di figli la preghiamo perché tenga viva su di noi la sacra fiamma dello Spirito Santo perché possiamo svolgere a servizio della Chiesa e a beneficio dei nostri fratelli il nostro ministero sacerdotale. Amen.