Allo stato attuale della situazione tragica della striscia di Gaza, l’ONU, la UE e gli USA stanno invocando a gran voce una pausa umanitaria soprattutto con il sopravvenire della grave epidemia di poliomielite. Certamente è una opzione nobile che, più che a risolvere, mette a tacere molte coscienze, sia dei belligeranti che di chi cinicamente sta a guardare.
Io desidero soffermarmi sui due termini: PAUSA E UMANITARIA
Questi due termini sono intimamente legati fra loro. La PAUSA rappresenta una parentesi temporale esigua tra due tragedie, quella del passato, quella attuale e quella futura. Può certamente dare un certo ristoro a chi è stremato da mesi di sofferenza atroce ignorata (se non sostenuta da alcuni attori internazionali), ma non può certo alimentare la speranza per il futuro, visto che si inserisce come goccia nel mare nello sfacelo totale. Il termine UMANITARIA sembra, in questo contesto, una posizione cinica di chi non può o non vuol risolvere la situazione alla radice. Mi chiedo, a tal proposito, che cosa ci sia di umanitario salvare dalla poliomielite un bambino che con molta probabilità dopo poche ore varrà ucciso in un bombardamento.
La scena assomiglia molto a quello che avviene, ancora oggi, negli Stati Uniti a proposito delle esecuzioni capitali. Negli Stati Uniti, la questione della salute del condannato a morte può effettivamente influenzare l’esecuzione della pena. Se un condannato a morte non è in buona salute, l’esecuzione può essere sospesa fino a quando non si riprende. Questo è stato confermato in vari casi, come ad esempio nella sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Bucklew v. Precythe, dove si è discusso della legittimità del metodo di esecuzione in relazione alla condizione medica del condannato.
I governi mondiali che assistono da mesi allo scenario devastante di ciò che sta avvenendo nella striscia di Gaza, e ora allargato alla Cisgiordania (documentato da decine di giornalisti e osservatori indipendenti), dovrebbero smettere di fare la sceneggiata dei buonisti a basso costo e guardare una buona volta in faccia la realtà e riconoscere che un genocidio è un genocidio, una pausa umanitarie è un genocidio differito. La guerra è tutt’altra cosa! La guerra si combatte tra eserciti, un genocidio non ha un nemico puntuale, ma quello che viene rappresentato dai fantasmi alimentati dalla brutalità di chi sta generando una faida destinata e durare per decenni.