LIMITLESS: OGGI META-LUPO…E DOMANI?

da | Apr 14, 2025 | BLOG

LIMITLESS: OGGI META-LUPO…E DOMANI?

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Prima o poi ci si doveva arrivare! Gli orientamenti e le notizie centellinate ad arte dal mondo scientifico non promettevano nulla di buono. E come sempre accade la notizia bomba arriva a giochi fatti

La bioingegneria genetica ha dato la sua zampata alle leggi della vita e dopo un trentennio di scippi ben camuffati da una serie di millantate benemerenze per l’umanità, siamo arrivati al vero e proprio furto! Certo gli uomini di scienza, ce lo dobbiamo rammentare definitivamente, non inventano nulla, nella migliore delle ipotesi posso svelare quanto già esiste, lo possono copiare, lo possono manipolare, ma non possono creare nulla  ex novo.

Non dovrebbero  fare alcun passo senza volgere lo sguardo verso l’Alto. Sono pochi gli scienziati che hanno l’umiltà di farlo per esprimere la loro riconoscenza. Chi invece rimane con lo sguardo verso terra, o tutt’al più rivolto al proprio ombellico, non fa che esprimere involontariamente, senza un minimo di coscienza critica, solo sentimenti di vergogna.

Finchè  le leggi della vita, nella loro perfezione e finezza,  sono in mano a Chi è stato il loro artefice, saranno sempre certe e in equilibrio, ma se sono in mano a deliranti narcisisti la loro perversione e distorsione sarà sempre in agguato dietro l’angolo, arrivando persino a dare vita a mostruosità.

Questo è l’esempio due canidi gemelli a cui è stato dato il nome di Romulus e Remus che sono il frutto di una manipolazione genetica di una  porzione di DNA ricavato da un frammento di osso di enocione (Aenocyon Dirus) un meta lupo della famiglia dei canidi estinto oltre 10000 anni fa.

Gli artefici di questo esperimento sono i biologi della Colossal Biosciences, una compagnia che li presentati come esemplari di enocione (Aenocyon Dirus), ovvero di «metalupo, li ha fatti nascere con un intervento di editing genetico sul DNA del lupo grigio, ricavando il materiale biologico da reperti fossili e impiantando gli embrioni creati in laboratorio in cani usati come madri surrogate. In questo modo è tornato di fatto in vita in quello che viene rivendicato come il primo esempio di «de-estinzione».

Ma a noi interessano poco i particolari tecnici, la nostra attenzione è più focalizzata su un altro versante anzi due: etico e teologico.

Il versante etico è abbastanza chiaro. Ciò che si è riuscito a fare nel mondo animale prospetta all’orizzonte la possibilità di analoghi esperimenti anche sugli esseri umani, che pur estinti, continuano a possedere una identità genetica nella parte più longeva della loro fisicità: le ossa.

Questa prospettiva non è più pura fantascienza e sdogana, per effetto domino, analogo delirio in coloro i quali (e non sono pochi) avendone la possibilità economica (potrebbero essere affascinati da questa nuova frontiera dell’eugenetica.

Mi esprimo con più chiarezza! Potendo avere accesso alle ossa di qualche eminente scienziato vissuto due o tre secoli fa, cosa vieta che l’esperimento possa ugualmente riuscire?

Avere un Einstein-Rigenerato non potrebbe essere appetibile a qualche committente miliardario (madre surrogata) che ambisce ad avere una specie di clone per arrivare ad un figlio geniale?  Questa Compagnia sarebbe in grado di rifiutare questa richiesta se alla base c’è un business milionario? Basta vedere sulla loro pagina Internet la serie di target (https://colossal.com) che vogliono raggiungere, e per tutti vale questa parola d’ordine:”The science of genetics. The business of discovery”!

Sono convinto che chi sta leggendo queste ultime righe sta sorridendo tacciandomi di eccesso di fantasia. Invito costoro a riprendere la filmografia fantascientifica degli ultimi cinquanta anni e non riconoscere che all’interno dei contenuti si celavano vere e proprie profezie.

Si potrebbe obiettare che la scienza non vuole (e qualcuno dice “non deve”) farsi immobilizzare da visione religiose. Tuttavia è innegabile che, anche su un piano della piena laicità, l’assurgere dell’uomo di questo tempo a onnipotente creatore è davvero inquietante!

Mi pare che le implicazioni etiche di una possibile deriva e, a seguire, non possono che collegarsi le implicazioni teologiche.

Chiaramente questa prossima parte del mio scritto è squisitamente confessionale ed è quindi rivolta al lettore credente.

In questo tempo in cui la civiltà occidentale si sta dimenando convulsamente in mille situazioni di squilibrio, uno fra tutti è quello dell’identità. Mai come oggi il concetto di identità é diventato ”liquido”. Identità somatica e identità psicologica non coincidono più ed ognuno può decidere di essere quello che più aggrada o quello che più risponde alla logica dello “specchio” piuttosto che aderire ad un destino ontologico che appartiene a tutti.

Tuttavia, vi è una certezza che è ineludibile cioè racchiusa in quel frammento di DNA che ci identifica e ci diversifica rispetto ad ogni altra creatura umana.

Individuare il nostro patrimonio genetico (genoma) quando si è in vita è oggi facilissimo. La biotecnologia in questo versante è in grado di marcarlo con certezza.

Ma quando si è morti che ne è della nostra identità genetica? Da tempo sappiamo che questa dato specifico è indelebilmente iscritto nel tessuto osseo animale, il quale lo può custodire anche per migliaia di anni.

Con questa ultima frontiera sulla conoscenza profonda dell’uomo, la Colossal Biosciences inconsapevolmente ci ha servito su un piatto d’argento uno spunto di riflessione in un ambito molto lontano dalla prassi scientifica, il Dogma di Fede della religione Cristiana Cattolica: la resurrezione dai morti. Ecco, a questo proposito, cosa recita il Credo Apostolico:

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo Battesimo
per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Questo dogma di fede vene esplicitato senza possibilità di equivoco nel Catechismo della Chiosa Cattolica (Cap. III, art. 11):

989 Noi fermamente crediamo e fermamente speriamo che, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così pure i giusti, dopo la loro morte, vivranno per sempre con Cristo risorto, e che egli li risusciterà nell’ultimo giorno. 556 Come la sua, anche la nostra risurrezione sarà opera della Santissima Trinità:

« Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi » (Rm 8,11). 557

990 Il termine « carne » designa l’uomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. 558 La «risurrezione della carne » significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri «corpi mortali » (Rm 8,11) riprenderanno vita.

Il nostro essere chiamati per nome, come ci è stato preannunciato e come Papa Francesco ha ribadito nel suo discorso ai giovani nel 2018 in cui rifacendosi a Isaia 43,1 dice:

“Dare nomi è proprio di Dio. Nell’opera della creazione, Egli chiama all’esistenza ogni creatura col suo nome. Dietro il nome c’è un’identità, ciò che è unico in ogni cosa, in ogni persona, quell’intima essenza che solo Dio conosce fino in fondo. Molte culture condividono questa profonda visione biblica riconoscendo nel nome la rivelazione del mistero più profondo di una vita, il significato di un’esistenza”.

Perciò per essere chiamati a rispondere della condotta nostra vita nel giorno del giudizio non potrebbe proprio essere quel DNA che ci rende riconoscibili e che ci accompagna indelebilmente dopo la morte e viene costudito in un Camposanto e che racchiude anche la possibilità della risurrezione della carne? La Medicina Legale, da sempre, quando ha avuto necessità di comprovare una identità post mortem ricorre alla riesumazione e allo studio del DNA dei resti mortali.

Se l’uomo nella sua creaturale piccolezza è giunto alla conoscenza di questa porzione della sapienza di Dio, figuriamoci se questo non sia nella possibilità del Creatore in persona come ci viene preannunciato escatologicamente?

Veniamo al nocciolo della questione. Che ne è della identità genetica di un soggetto dopo una cremazione? Nessun laboratorio sarebbe in grado di individuare a chi possono appartenere quelle ceneri e così facendo l’identità umana e quel che potrà essere riconoscibile nel giorno del Giudizio sembra svanire per sempre per gli uomini. E per Dio? Certo per il Creatore nulla è impossibile poiché l’anima continua essere presente a dispetto della materia dissolta, ma che ne sarà della prospettiva del risorgere in anima e in corpo e della presentazione davanti al tribunale di Dio. Il Giudizio è certo anche per quella anima vagante e certamente riconoscibile per il Signore. Ma la resurrezione del corpo?

Non voglio dare delle risposte e concludo questi miei pensieri lasciando l’interrogativo aperto a chi teologicamente è più esperto di me. La risposta che ne verrà certamente dovrà dare luce nuova all’argomento della cremazione come prassi religiosamente tollerata (canone 1176 §3 CIC) forse con troppa superficialità. Per mio conto è un ambito speculativo in cui, di nuovo, il connubio tra scienza e fede riappare in tutta la sua fecondità.