SEMINARIO FORMATIVO IN ANTROPOLOGIA PRENATALE
Anno Accademico 2020-2021
Premessa tratta dall’Archivio Storico di Avvenire Roma 7 (Roma 7 Dicembre 2005)
“Sulla vita umana non si deve scherzare! Su di essa, come si fa nei dibattiti televisivi, non si possono calare ideazioni rozze fondate su pensieri “bignamizzati”. La vita dell’uomo è il cuore di questo pianeta sconquassato. Nelle sue mani il Creatore ha deposto un dono di cui dovrà rendere conto». Forte, chiaro e di estrema attualità l’ammonimento di Marco Ermes Luparia, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici nonché rettore dell’Apostolato accademico salvatoriano (ramo laico della famiglia salvatoriana, impegnato da anni in centri d’ascolto per giovani, in corsi formativi per genitori, in meditazioni per una spiritualità familiare). Un professionista impegnato accanto alle famiglie, diacono permanente della diocesi di Roma e padre di due figli, fondatore dell’antropologia prenatale.
Alla conoscenza degli elementi di base di questa scienza integrata, nata nel 1987, è dedicata la proposta di un corso articolato in otto incontri bimestrali, presentato sul territorio a livello di prefettura, che ha già destato l’interesse dei parroci romani e che potrebbe partire nella prossima primavera. “La vita segreta prima della nascita. Introduzione all’Antropologia prenatale” è il titolo del corso pensato soprattutto per presbiteri, diaconi, catechisti, genitori e futuri genitori, operatori pastorali (in particolare per tutti coloro che si occupano di pastorale familiare). All’università di Urbino si sono già tenuti in passato corsi del genere, proprio grazie alle lezioni di Luparia, e ora Roma potrebbe per la prima volta ospitare gli incontri che hanno come obiettivo generale quello di sensibilizzare sulla dignità valoriale del “pre-nato”, qualità che gli compete fin dal concepimento in quanto soggetto a tutti gli effetti. «Sembrano concetti già acquisiti – racconta Luparia – soprattutto negli ambienti cattolici, ma non sempre è così. Almeno questo ho riscontrato nella mia esperienza finora. Il bambino quando è ancora nella pancia è già altro rispetto alla mamma e sta costruendo una propria identità, sebbene in simbiosi con il genitore».
Gli aspetti che l’iniziativa intende approfondire vanno dalla storia ed evoluzione dell’antropologia prenatale ai fondamenti antropologici della corporeità e sessualità. In programma c’è una rilettura antropologica della fisiologia gametica, una lezione su sessualità e procreazione, un’altra sulla “persona” del pre-nato; i temi che riguardano il dialogo prenatale madre-bambino, l’Io prenatale, l’esperienza del parto e della nascita concluderanno il corso. L’antropologia prenatale chiama in causa, in una sintesi elevata, molte delle scienze che prima del suo avvento si erano occupate della vita prenatale: psicologia, medicina, sociologia, filosofia e teologia. Puntando ad innestare proprio la teologia sulle altre discipline, Luparia, ideatore del corso, ha scelto di inquadrare la riflessione sull’uomo nel suo profilo più alto. Essa va infatti a poggiare su una «visione dell’uomo valorialmente elevatissima, rinnegando ogni forma di parcellizzazione. In questo terzo millennio siamo incappati infatti in una frammentazione nascosta e quindi subdola: la frammentazione del relativismo etico e antropologico in ambito scientifico».
Il problema cruciale è che «la scienza non ha più un percorso unico e condiviso – lamenta Luparia – . Ogni scienziato o gruppo di scienziati ritaglia il proprio ambito morale decidendo in proprio ciò che è lecito o illecito, agendo come se si trovasse in un mondo di cui è proprietario». In un tempo in cui il dibattito sull’aborto torna sulle prime pagine dei giornali si avverte la necessità di una maggiore consapevolezza su questi temi. E Luparia, che era ateo prima di intraprendere un percorso professionale improntato ai valori cristiani, dichiara che «non vi è una parola che appartenga al Magistero della Chiesa Cattolica sulla vita e sulla dignità dell’uomo che non possa essere supportata scientificamente. Semmai va detto che ogni affermazione contraria è elusiva ed è il frutto di distorsioni strumentali e opportunistiche che appartengono al delirio di onnipotenza della scienza, ispirata a un basso materialismo». (Antonella Palermo)